Il problema degli incendi boschivi: alcuni aspetti generali



Inizio questo blog con una tematica che, visto il periodo, è di una certa rilevanza. Lo scritto qua sotto non vuole essere una guida completa per quanto riguarda la tematica incendi ma vuole dare semplici indacazioni sulla prevenzione ed alcune informazioni di ecologia forestale. Buona lettura. 


Introduzione
La Regione Toscana è una tra le regioni italiane con più superficie boscata e con una vasta rete agricola, si pensi infatti a tutta l’area appenninica che copre quasi il 40% del territorio regionale ed alle aree prettamente agricole come il grossetano e le zone della provincia di Siena.
Con un indice di boscosità cosi alto ed in virtù anche dei cambiamenti climatici in opera, che stanno portando ad una minore piovosità anche nei periodi primaverili i quali solitamente registravano buone medie di piovosità, il tema degli incendi appare alquanto attuale nella nostra regione.
L’attuale siccità e l’elevato rischio di incendi ha portato la regione ad anticipare il divieto di abbruciamento dei residui vegetali e l’accensione di fuochi, questo è slittato dal primo di luglio al 10 giugno con validità fino al 31 di agosto, salvo future proroghe, evidenziando un problema in crescita.
Si pensi che nel solo mese di maggio 2017 si sono avuti ben 36 incedi boschivi per una superficie totale di 29 ettari contro una media dei 5 anni precedenti, sempre relativa al mese di maggio, di 9 incendi per una superficie di 9 ettari (Regione Toscana, 2017). Il periodo di siccità che sta colpendo la nostra regione ha portato alla crescita di questo numero anche nel mese di giugno, si pensi, guardando alla sola provincia di Prato, ai tre incendi avvenuti in zona Vaiano a distanza di pochi giorni, rispettivamente il 20, 24 e 27 di questo mese1 ed agli altri avvenuti nelle zone di Montemurlo.

Foto 1:  esempio di un'area percorsa da incendio (fonte parco M.S.Giorgio)


Cosa avviene dopo un incendio
Purtroppo un incendio porta sempre con se dei danni, questi ovviamente sono in relazione all’intensità e all’estensione di questo e riguardano la perdita di paesaggio data dalla distruzione del bosco e la perdita in termini di biodiversità animale, vegetale e di entomofauna per non parlare dell’aumento di rischio idrogeologico dovuto all’esposizione del terreno. Per noi viene visto, quindi, come un evento fortemente negativo, ma la natura ha imparato a trarre beneficio anche da queste situazioni.
Subito dopo un incendio, infatti, si mettono in atto alcuni sistemi naturali per recuperare ciò che è stato perso, tale fenomeno viene indicato come successione secondaria, in pratica piante dette pirofite beneficiano del passaggio del fuoco riuscendo a colonizzare in breve tempo le aree bruciate (un classico esempio delle nostre aree è il pino marittimo che da inizio alla successione guidando la crescita del bosco e preparando il terreno per le latifoglie).
Non dimentichiamo che la biomassa bruciata e ridotta in cenere risulta anche come un ottimo concime naturale.

Foto 2:  esempio di rinnovazione di pino marittimo circa 2-4 anni post incendio (fonte parco M.S.Giorgio)

Interventi in aree bruciate: cosa fare e cosa non fare
Il regolamento e la legge forestale in Toscana permettono l’esecuzione di alcuni lavori all’interno delle aree percorse dal fuoco al fine di migliorare la ricostituzione del bosco, tali interventi riguardano principalmente la sistemazione idraulica del terreno, per evitare eccessivo ruscellamento delle acque meteoriche e causare probabili frane, spesso utilizzando anche i tronchi abbattuti delle piante bruciate a uso di freno.
Un altro intervento molto comune è quello di abbattere le piante rimaste in piedi e pericolanti in maniera tale da evitare danni alle future piante nate da seme e rendere disponibile una maggior quantità di biomassa.
È vietato dalla legge il pascolamento di animali in boschi percorsi dal fuoco per 10 anni e per 5 anni l’esercizio della disciplina venatoria. È inoltre vietato per 15 anni qualsiasi trasformazione del bosco e per 20 anni la realizzazione di edifici.

Foto 3:  messa in sicurezza di un'area incendiata (fonte parco M.S.Giorgio)

Prevenzione degli incendi
È buona norma quando si tratta di prevenzione degli incendi seguire alcune norme basilari, prima fra tutte il rispetto dei divieti di abbruciamento imposti dalla Regione e dalle amministrazioni, ma non solo, è bene anche avere riguardo per quegli oggetti che possono favorire la propagazione di incendi, come ad esempio, il famoso mozzicone di sigaretta che può dare innesco soprattutto lungo i ciglioni stradali inerbiti.
Bisogna avere buonsenso anche durante le scampagnate in montagna infatti, anche un mezzo motorizzato come un trattore o un auto, possono innescare un incendio se lascaiti in sosta in un area ricca di erba secca.
Per quanto riguarda gli abbruciamenti, nei periodi in cui è possibile effettuarli, è necessario essere sempre almeno in due persone e che controllino costantemente le fiamme, muniti di strumenti e acqua nelle vicinanze; è sempre bene evitare di bruciare i residui vegetali durante giornate ventose.
Quando si fanno inoltre grigliate all’aperto è sempre bene utilizzare i punti fuoco messi a disposizione dagli enti o associazioni nelle aree attrezzate e non utilizzare mai bivacchi improvvisati.

Chi chiamare in caso di incendio
I numeri utili messi a disposizione dei cittadini  in caso di un incendio boschivo sono i seguenti:
  • 800 425 425 Sala operativa unificata permanente della Regione Toscana
  • 1515 Corpo Forestale dello Stato
  • 115 Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Alcune informazioni conclusive
La tematica degli incendi boschivi è molto più vasta rispetto a quanto riportato qui, è bene quindi rivolgersi ad un Dottore Forestale in caso di dubbi su come agire post-incendio poiché vari fattori vanno valutati prima di intervenire.
La Regione Toscana mette a disposizione fondi per i privati cittadini che possiedono terreni boscati per effettuare migliorie ed interventi a fini antincendio quali la riapertura delle strade bianche e i diradamenti nei popolamenti di conifere o altre specie ad alto rischio. Una volta che il bando è attivo la domanda può essere presentata corredata di un progetto firmato da un Dottore Forestale.

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